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mercoledì 13 giugno 2012

SALUTE: PERIS,BENE RICONOSCIMENTO SEPSI COME FATTORE RISCHIO


SALUTE: PERIS,BENE RICONOSCIMENTO SEPSI COME FATTORE RISCHIO

(ANSA) - FIRENZE, 13 GIU - ''Sia la prevalenza che
l'incidenza delle infezioni, purtroppo, non stanno migliorando
nel corso degli anni: sta invece migliorando il riconoscimento
della sepsi come fattore di rischio intra-ospedaliero''. Lo ha
spiegato Adriano Peris, direttore della terapia intensiva di
emergenza di Careggi e presidente del meeting dei rianimatori
che si svolge a Firenze.
''Questo - ha osservato Peris - sicuramente ha migliorato la
risposta alla sepsi, mentre siamo ancora indietro per quanto
riguarda la prevenzione delle infezioni acquisite in ospedale''.
Il 15/o annual meeting del Tuscany Critical Care Group, per
tre giorni, riunisce al centro di formazione Il Fuligno del
capoluogo toscano medici, anestesisti e rianimatori, italiani e
stranieri. Il Tccg e' un'associazione fondata da un gruppo di
anestesisti e rianimatori toscani, membri della Society of
Critical Care Medicine, con lo scopo di contribuire allo
sviluppo scientifico e culturale della medicina critica. Per
Peris la terapia intensiva in Italia ''oggi e' messa abbastanza
decentemente'', con una ''progressione storica che abbiamo,
facilmente rilevabile. Negli ultimi anni c'e' stata una
ulteriore tendenza con il coordinamento nazionale Ecmo, che e'
stata la prima vera iniziativa del ministero che ha pensato di
mettere insieme quei centri che nelle rispettive realta' possono
trainare varie altre situazioni. I nostri standard - ha
evidenziato -, che noi possiamo vedere dai dati del Mario Negri
con il progetto Margherita, sono molto buoni. Almeno per quelli
che aderiscono, perche' oggi al Mario Negri afferiscono solo le
terapia intensive piu' sensibili''. (ANSA).

Y6G
13-GIU-12 18:32 NNNNSALUTE: PECILE, INFEZIONE OSPEDALIERA NON SI PUO' DEBELLARE
MEDIA ITALIANA DEL 5%. IL RIANIMATORE COMBATTE CON NUOVA REALTA'
(ANSA) - FIRENZE, 13 GIU - ''La media italiana delle
infezioni ospedaliere e' intorno al 5-6%''; e, in ogni caso,
''bisogna considera che l'infezione ospedaliera si puo'
prevenire, migliorare, ma non la si puo' debellare. C'e' e ci
sara' sempre''. Lo ha detto Patrizia Pecile, responsabile
facente funzioni del laboratorio di microbiologia e virologia
dell'azienda ospedaliero universitaria di Careggi, tra i
relatori del 15/o annual meeting del Tuscany Critical Care
Group, in corso al centro di formazione Il Fuligno di Firenze.
In merito alle infezioni contratte in ospedale, in
particolare in rianimazione, Pecile ha sottolineato che ''non e'
possibile dire se la situazione e' migliorata o peggiorata nel
corso degli anni, e questo perche' e' cambiato lo scenario. Oggi
il paziente e' senza dubbio un paziente molto piu' complesso:
oggi - ha continuato - arrivano in rianimazione pazienti che
prima non arrivavano nemmeno. Il rianimatore combatte con una
nuova realta'. E' cambiato il paziente e sono cambiati i
microrganismi''. Pecile e' intervenuta al meeting con una
relazione sul tema 'Il microbiologico clinico e le nuove
tecnologie microbiologiche'. ''La diagnosi microbiologica - ha
sottolineato - soffre del fatto che essendo legata a dei
microrganismi, quindi a degli organismi viventi, non e' rapida
come le altre diagnostiche di laboratorio. Quindi la tempista
della risposta microbiologica poco si adatta alle esigenze del
clinico, soprattutto del rianimatore che ovviamente, trovandosi
di fronte a pazienti essenzialmente instabili, ha necessita' di
risposte immediate o quasi. Cosi' - ha detto ancora Pecile -
negli ultimi anni si e' lavorato per arrivare ad ottenere questa
possibilita'; e c'e' stato anche un impegno da parte
dell'industria per sviluppare le nuove tecnologie,
essenzialmente basate sulla genomica e sulla proteomica, per
ridurre i tempi di risposta. E' un cammino avviato - ha concluso
- ma il percorso non e' certo finito''. (ANSA).

Y6G
13-GIU-12 18:29 NNNN

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