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mercoledì 13 giugno 2012

TUMORI: NUOVO FARMACO 'CECCHINO' PER CANCRO FEGATO, HUMANITAS GUIDA STUDIO


TUMORI: NUOVO FARMACO 'CECCHINO' PER CANCRO FEGATO, HUMANITAS GUIDA STUDIO =
IL CENTRO MILANESE AL LAVORO SULLA MOLECOLA INTELLIGENTE,
TRATTATI 71 PAZIENTI

Milano, 13 giu. (Adnkronos Salute) - Un 'cecchino' in grado di
colpire con precisione il bersaglio. E' il nuovo farmaco intelligente
testato per la cura dell'epatocarcinoma, il piu' frequente tumore
primitivo del fegato. Secondo uno studio multicentrico coordinato da
un centro italiano, sarebbe efficace nel contrastare l'avanzata della
malattia quando le terapie tradizionali non hanno piu' effetto.
Parallelamente alla nuova molecola, gli scienziati hanno anche
individuato un marcatore tumorale in grado di fornire informazioni
sull'evoluzione della malattia e sulla risposta al farmaco, per cure
tagliate su misura.

Lo studio internazionale multicentrico e' stato condotto in 23
strutture di 5 Paesi tra Europa e Nord America. A coordinarlo
l'Humanitas Cancer Center di Rozzano (Milano). Gli scienziati hanno
presentato i risultati a Chicago in occasione del Congresso annuale
dell'Asco (American Society of Clinical Oncology), evento che richiama
migliaia di oncologi da tutto il mondo. "Fino alla scoperta di questo
nuovo principio attivo - spiega Lorenza Rimassa, vice-responsabile
dell'Oncologia medica di Humanitas Cancer Center, che ha parlato dello
studio all'Asco - esisteva solo una molecola, sorafenib, in grado di
tenere sotto controllo l'evolvere della malattia e di prolungare
l'aspettativa di vita del paziente, nella fase avanzata, quando non e'
piu' possibile ricorrere a chirurgia o altre terapie loco-regionali".

Il nuovo farmaco biologico mirato, tivantinib, e' stato per il
momento studiato in seconda linea: puo' quindi essere somministrato
dopo il sorafenib, quando questo non e' piu' efficace o tollerato dal
paziente. Lo studio ha coinvolto 107 pazienti, dei quali 71 sono stati
trattati con la molecola e 36 con placebo, in fase iniziale (alla
progressione di malattia anche i pazienti trattati con placebo
potevano ricevere tivantinib). In tutti i pazienti sottoposti alla
terapia e' stato registrato "un netto rallentamento della progressione
di malattia" rispetto al placebo. (segue)

(Red-Lus/Opr/Adnkronos)
13-GIU-12 12:21

NNNNTUMORI: NUOVO FARMACO 'CECCHINO' PER CANCRO FEGATO, HUMANITAS GUIDA STUDIO (2) =

(Adnkronos Salute) - E poi c'e' il marcatore tumorale Met che
per la prima volta consente di dare informazioni sulla prognosi della
malattia e sulla possibilita' di risposta al tivantinib stesso. "E' il
recettore del fattore di crescita degli epatociti (le cellule del
fegato) sul quale agisce la molecola - precisa Rimassa - Dall'analisi
di un campione di materiale biologico prelevato dai pazienti, si e'
riscontrato che coloro che hanno un livello di Met piu' elevato hanno
una prognosi peggiore se non trattati e ricevono maggior beneficio
dalla terapia con tivantinib. In questi pazienti, infatti, il
tivantinib ha permesso di ottenere, rispetto al placebo, un
rallentamento della progressione della malattia del 133% e un aumento
del 163% della sopravvivenza (la cui mediana passa da 3,8 mesi a 7,2
mesi)".

Questo marcatore tumorale, continua la specialista, "costituisce
dunque un fattore prognostico e predittivo. Le terapie potranno essere
sempre piu' selettive e personalizzate". Il farmaco e' somministrato
per via orale e ben tollerato. L'unico effetto collaterale di grado
severo osservato e' stato la neutropenia (riduzione di una parte dei
globuli bianchi) "la cui incidenza, pero', dopo riduzione del dosaggio
nel corso dello studio, si e' ridotta dal 21% al 6%", conclude
Rimassa. La molecola aveva gia' dato buoni risultati nella cura del
tumore al polmone ed e' in corso di studio anche nel tumore del colon.
Ma non si era mai dimostrata la sua efficacia nel trattamento
dell'epatocarcinoma.

Alla ricerca presto fara' seguito uno studio di fase III, su un
piu' ampio numero di pazienti, per confermare i risultati ottenuti e
quindi poter registrare la molecola e renderla disponibile.
"L'epatocarcinoma - spiega Armando Santoro, direttore di Humanitas
Cancer Center e Principal Investigator dello studio - e' la neoplasia
primitiva del fegato a maggiore incidenza. E' spesso associato alla
cirrosi epatica correlata ad infezione da virus dell'epatite C o B. In
Italia colpisce prevalentemente gli uomini, con un rapporto di 1:3
rispetto alle donne, per lo piu' fra i 60 ed i 70 anni".

(Red-Lus/Opr/Adnkronos)
13-GIU-12 12:27

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