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venerdì 5 luglio 2013

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-01118 presentato da PICIERNO Pina testo di Mercoledì 3 luglio 2013, seduta n. 45..il questore di Caserta ha proposto la chiusura del posto fisso operativo di polizia di Casapesenna (Caserta);..




Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01118
presentato da
PICIERNO Pina
testo di
Mercoledì 3 luglio 2013, seduta n. 45
PICIERNO, VALIANTE, VALERIA VALENTE, MANFREDI, SCOTTO, BONAVITACOLA, BOSSA, FIANO, CARBONE e AMENDOLA. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   il questore di Caserta ha proposto la chiusura del posto fisso operativo di polizia di Casapesenna (Caserta);
   la presenza di un nucleo operativo della polizia di Stato in un territorio che, come ormai da anni noto, è fortemente provato dalla presenza massiccia delle organizzazioni criminali (si parla del territorio della provincia di Caserta, compreso tra i comuni di Casal di Principe, San Cipriano d'Aversa e Casapesenna) rappresenta un fondamentale presidio di legalità nella lotta alla camorra;
   le motivazioni che vengono addotte per giustificare la chiusura riguardano una fisiologica carenza di personale che ha ridotto le capacità operative del suddetto posto fisso e della sezione della squadra mobile di Casal di Principe;
   si parla, rispetto ad una previsione tabellare, di un deficit di personale complessivo pari a 31 unità;
   il posto fisso di polizia di Casapesenna vanta un curriculum d'eccezione: dal 2010 al 2012 i controlli di persone e veicoli effettuati dalla squadra mobile sono stati circa 90.000, molti dei quali hanno portato ad importanti arresti di pericolosi membri della criminalità organizzata, tra cui i capiclan Zagaria, Schiavone, Bidognetti e altri noti criminali;
   la chiusura del commissariato sembrerebbe rientrare nell'ambito dei tagli alla spesa pubblica, la cosiddetta «spending review» decretata dal Governo Monti;
   una discreta folla di cittadini, accompagnati da associazioni, sindacati e partiti politici attivi sul territorio, il 19 giugno 2013 è scesa in piazza per manifestare contro la decisione di chiudere il posto fisso: i cittadini, i sindacati e i rappresentanti del territorio chiedono non solo che il presidio non venga chiuso ma anzi che lo si rafforzi, intensificando la presenza delle unità presenti e stabilendo un ufficio denunce: inoltre, per rimediare alle difficoltà economiche che giustificano la chiusura del posto fisso, tante associazioni e comitati locali sono convenuti nella concreta possibilità di utilizzare uno dei tanti beni confiscati alla camorra presenti sul territorio;
   tale chiusura rischia di apparire, infatti, come un vero e proprio abbandono da parte dello Stato per una terra che da anni è martoriata e «bloccata» dallo strapotere della criminalità organizzata: in questa guerra il presidio di Casapenna ha rappresentato un vero e proprio baluardo di legalità, e la sua cancellazione potrebbe portare ad una diminuzione delle operazioni di controllo del territorio, vanificando, nei fatti, i numerosi successi ottenuti grazie all'impegno strenuo delle forze dell'ordine;
   il Ministero interrogato, già investito della questione, ha comunicato che a breve incontrerà le organizzazioni sindacali –:
   se il Ministro non ritenga necessario, anche alla luce degli elementi oggettivi suesposti, rivedere radicalmente la decisione relativa alla chiusura di un fondamentale presidio di legalità e democrazia quale quello di Casapenna, che rappresenta una rinnovata fiducia nelle istituzioni da parte dei cittadini, in una terra complicata nella quale deve essere costante e forte il contrasto all'antistato. (4-01118)

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