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lunedì 21 ottobre 2013

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00900 Atto n. 4-00900..MANCONI - Al Ministro della giustizia. - Premesso che: con sentenza n. 13/13 emessa il 5 giugno 2013 e depositata il 2 settembre 2013, la terza Corte d'assise di Roma ha dichiarato responsabili di omicidio colposo i medici a diverso titolo implicati nella morte di Stefano Cucchi, avvenuta in stato di detenzione il 22 ottobre 2009 presso il reparto di "medicina protetta" dell'ospedale Sandro Pertini di Roma;..




Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00900


Atto n. 4-00900

Pubblicato il 25 settembre 2013, nella seduta n. 110
Ritirato

MANCONI - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
con sentenza n. 13/13 emessa il 5 giugno 2013 e depositata il 2 settembre 2013, la terza Corte d'assise di Roma ha dichiarato responsabili di omicidio colposo i medici a diverso titolo implicati nella morte di Stefano Cucchi, avvenuta in stato di detenzione il 22 ottobre 2009 presso il reparto di "medicina protetta" dell'ospedale Sandro Pertini di Roma;
nel medesimo procedimento e con la stessa sentenza, la Corte d'assise di Roma ha assolto per non aver commesso il fatto gli agenti di Polizia penitenziaria accusati di aver causato le lesioni e l'infermità che resero necessario il ricovero di Stefano Cucchi, avendolo - secondo l'ipotesi accusatoria - picchiato nel corso della sua permanenza nelle celle del tribunale in attesa della celebrazione dell'udienza di convalida dell'arresto cui era stato sottoposto dalla sera precedente;
assolvendo gli accusati per non aver commesso il fatto, i giudici della Corte d'assise di Roma non escludono (e anzi avvalorano) l'ipotesi secondo cui le lesioni e l'infermità di Stefano Cucchi fossero l'esito di abusi da parte delle forze dell'ordine, individuando però - seppure "in via del tutto congetturale" - nei carabinieri che avevano effettuato la perquisizione notturna nella casa della famiglia Cucchi (invece che nei poliziotti penitenziari assolti) i possibili autori delle violenze perpetrate ai danni dell'arrestato;
a giudizio del collegio della Corte d'assise di Roma, "qualcosa di anomalo" potrebbe essere successo dalle ore 2.00 alle 3.40 del 16 ottobre 2009, nei 100 minuti intercorsi fra la permanenza di Stefano Cucchi presso la caserma dei carabinieri Roma-Appia, dopo la perquisizione domiciliare, e prima del successivo trasferimento nella stazione di Tor Sapienza;
secondo la Corte d'assise di Roma "è legittimo il dubbio che" al momento del trasferimento notturno e dell'udienza di convalida "il Cucchi... fosse stato già malmenato dagli operanti", cioè dai carabinieri che avevano proceduto all'arresto e alla perquisizione domiciliare;
la stessa sentenza della Corte d'assise ha stigmatizzato l'attività della Procura di Roma quanto a completezza ed efficacia delle indagini quando ha osservato che i tre agenti di Polizia penitenziaria non sono nemmeno stati sottoposti a ricognizione personale da parte del principale teste del pestaggio ricostruito dagli inquirenti, cioè Samura Yaya (pag. 19 della sentenza),
si chiede di sapere se il Ministro intenda attivare, nell'ambito delle proprie competenze, i poteri ispettivi per verificare la correttezza e la regolarità dell'attività dell'ufficio della Procura della Repubblica di Roma, anche con riferimento a quanto illustrato in premessa sull'andamento delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi.

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