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lunedì 7 aprile 2014

Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-02001 presentata da EMANUELA MUNERATO giovedì 3 aprile 2014, seduta n.223...da diverse settimane, così come risulta da numerose indiscrezioni di stampa confermate anche dalle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, l'amministrazione dell'interno starebbe definendo il piano di riassetto e revisione delle proprie strutture, dando attuazione per le parti di propria competenza alla spending review;...


Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-02001
presentata da
EMANUELA MUNERATO
giovedì 3 aprile 2014, seduta n.223
MUNERATO - Ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che:

due anni fa con il decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è stato approvato un ambizioso provvedimento mirante alla revisione della spesa pubblica;

da diverse settimane, così come risulta da numerose indiscrezioni di stampa confermate anche dalle organizzazioni sindacali della Polizia di Stato, l'amministrazione dell'interno starebbe definendo il piano di riassetto e revisione delle proprie strutture, dando attuazione per le parti di propria competenza alla spending review;

da tale riassetto e revisione discenderanno certamente ulteriori contrazioni di personale, destinate a riverberarsi anche sugli organici della Polizia di Stato, già scesi a circa 95.000 unità negli scorsi anni, in seguito alla politica di blocco del turnover adottata dai Governi che si sono succeduti in questi anni;

la razionalizzazione allo studio comporterà interventi sui presidi di tutte le specialità della Polizia di Stato, vale a dire la stradale, la ferroviaria, quella di frontiera e quella postale. Specialmente preoccupanti appaiono proprio i tagli ipotizzati su quest'ultima specialità, in ragione della crescita del crimine cibernetico e della necessità, più volte prospettata, di potenziare le difese dell'ordinamento rispetto alla minaccia "cyber", e che gli interventi sui presidi della Polizia di Stato sia inoltre associata una rivisitazione sul territorio della dislocazione delle compagnie dell'Arma dei Carabinieri e dei reparti speciali;

le razionalizzazioni e le soppressioni coincidono con una fase espansiva delle attività della criminalità, che ormai si allargano in tutto il Paese, interessando anche aree che ne erano rimaste libere fino a qualche anno fa, forse anche per effetto della grave crisi economica. In effetti, secondo gli ultimi dati ufficiali del Ministero dell'interno riferiti al 2012, i crimini denunciati complessivamente risultano aumentati dell'1,3 per cento ed ormai pari a circa 2,8 milioni, ossia 36.000 in più rispetto al 2011, mentre l'analisi per tipologia di reato evidenzia come il peggioramento più pesante si stia registrando sul versante dei reati predatori, spesso perpetrati con modalità particolarmente violente. Oltre la metà delle denunce ha infatti riguardato la sottrazione di beni, ossia i furti: oltre 1,5 milioni, in aumento del 4 per cento rispetto al 2011, in particolare quelli in casa, sia come numero (quasi 273.000) che come incremento (circa il 16 per cento in più); seguono i borseggi, che si avvicinano a 150.000 con un aumento dell'11 per cento, le frodi (114.000 con un aumento dell'8 per cento), le rapine (42.000 con aumento del 5 per cento) e gli scippi (20.000 con un aumento del 14 per cento);

ad aggravare le condizioni di insicurezza dei cittadini, si aggiunge l'allarmante numero di clandestini che continuano ad arrivare senza alcun controllo sul nostro territorio: dal 18 ottobre 2013 ad oggi, in solo 5 mesi, l'operazione "Mare nostrum" ha tratto sulle coste italiane circa 14.000 immigrati clandestini e, se nel 2013 i clandestini giunti in Italia sono stati 42.925, solo dall'inizio del 2014 gli arrivi hanno già superato quota 8.500, e il Viminale ha fatto sapere che il dato è di oltre 10 volte maggiore a quello registrato nello stesso periodo del 2013: un vero e proprio record, e che, con riguardo all'espulsione dei sempre più numerosi clandestini presenti sul territorio; risultano inoltre a tutt'oggi ancora chiusi ben 6 degli 11 centri di identificazione ed espulsione esistenti;

nella mattinata di mercoledì 2 aprile 2014, dopo un'indagine iniziata a Brescia nel marzo 2011, e con un ingente dispiego di numerosi mezzi e uomini, sono state arrestate 24 persone tra Brescia e Padova con l'accusa di reati che vanno dall'associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico, alla fabbricazione e detenzione di armi da guerra;

stando alle prime notizie di stampa, e secondo i Carabinieri del Ros intervenuti, il gruppo di persone arrestate, e che perseguiva l'obbiettivo dell'indipendenza del Veneto dallo Stato italiano, aveva già raccolto centinaia di adesioni, con l'apertura di un conto corrente nel quale erano confluiti somme di denaro e libere offerte che arrivavano da artigiani, operai e casalinghe;

la conclusione dell'operazione, durata circa 3 anni, giunge proprio nei giorni immediatamente successivi alla conclusione di un referendum consultivo on line tenutosi in Veneto, e che ha sancito, così come riportato dagli organizzatori, che la maggioranza dei veneti è favorevole all'indipendenza del Veneto, e a pochi giorni altresì dall'approvazione nelle competenti Commissioni consiliari della Regione Veneto di due progetti di legge per l'avvio di un referendum per l'autodeterminazione del popolo veneto,

si chiede di sapere se non ritenga opportuno, alla luce dei pesanti tagli annunciati dal Governo sulle forze di polizia, per quanto riguarda sia il numero dei mezzi che il personale operativo, precisare adeguatamente, anche avvalendosi degli organi competenti, il costo complessivo sostenuto in termini di risorse investigative per la finalizzazione dell'operazione investigativa di cui sopra, specificando altresì se e quali reparti delle forze dell'ordine comprese nei medesimi territori dove la stessa operazione è avvenuta, ovvero tra Brescia e Padova, potranno essere interessati da misure di riduzione di organico e di dotazione dei mezzi finalizzate al conseguimento di risparmi di spesa pubblica.

(4-02001)

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