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martedì 19 settembre 2017

SANITA': FNOMCEO, GUARDIE MEDICHE DENTRO STAZIONI CARABINIERI E POLIZIA =








SANITA': FNOMCEO, GUARDIE MEDICHE DENTRO STAZIONI CARABINIERI E POLIZIA =
 Contro aggressioni
 Roma, 19 set. (AdnKronos Salute) - Contro le aggressioni ai camici
 bianchi "perché non spostare le guardie mediche all'interno delle
 stazioni dei Carabinieri, che sono capillari sul territorio, o delle
 postazioni di Polizia? Lancio una proposta, valutiamone la
 fattibilità. Non occorrono attrezzature sofisticate, è sufficiente
 quella di un normale ambulatorio". Così la presidente della
 Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Roberta Chersevani,
 interviene sulla vicenda della giovane dottoressa di turno in una
 guardia medica nel catanese aggredita e violentata da un suo paziente.
 "E' finito il tempo delle parole, delle dichiarazioni d'intenti e di
 vicinanza - dice la presidente - è finita anche quell'inclinazione,
 naturale per un medico, di comprendere le ragioni, le paure, gli
 istinti del paziente, persino quando, spaventato da una diagnosi o
 dalla malattia, diventa aggressivo. Quello che è successo a Catania, e
 non si tratta purtroppo di un caso isolato, ha ucciso ogni sentimento
 di comprensione: qui non si tratta di aggressività, ma di violenza
 gratuita; qui non si tratta di pazienti, ma di delinquenti; qui non si
 tratta di prendere provvedimenti sul caso specifico, ma di
 ridisegnare, con interventi strutturali e di sistema, l'intero
 servizio di guardia medica e di mettere finalmente in sicurezza i
 nostri professionisti''.
 "Dobbiamo renderci conto che l'assistenza sanitaria è sempre più nelle
 mani delle donne: non possiamo lasciarle sole, non possiamo permettere
 che vadano al lavoro con la paura di essere picchiate, violentate,
 massacrate. Le farmacie notturne possono prestare il loro servizio a
 porte chiuse. Un medico no, ha bisogno di contiguità con il paziente.
 Per questo dobbiamo agire sugli ambienti di lavoro, rendere i contesti
 più protetti, ponendoli in luoghi presidiati, dove ci sia altra gente
 - sottolinea Chersevani - Lo stress di un'aggressione ti resta addosso
 per sempre. Questa collega, quando si troverà di fronte un paziente,
 lo vedrà sempre come un potenziale aggressore e questo toglierà
 serenità, aumenterà la fretta e il rischio di sbagliare. Dobbiamo
 agire subito: se salta la fiducia, la relazione di cura, salta non
 solo il servizio di guardia medica, che sarà sempre più disertato, ma
 tutto il sistema sanitario".
 (Ram/AdnKronos)
 ISSN 2465 - 1222
 19-SET-17 12:21
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